L'angolo di 6502Il fumo e l'arrosto
2002-12-28
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Il fumo e l'arrosto

Quando ho iniziato a programmare nei primi anni 80 la programmazione era una qualcosa di ancora sconosciuto. I computer non erano utilizzati se non nelle grandi aziende e anche il lavoro del programmatore era un qualcosa di cui solo gli addetti ai lavori parlavano.

Attualmente la situazione e' alquanto diversa; la programmazione e' entrata come materia complementare in molti piani di studio e molti dei principali pacchetti di automazione d'ufficio implementano linguaggi di programmazione macro che una significativa percentuale di utilizzatori impiega piu' o meno regolarmente.

Attualmente esistono anche numerose riviste e libri che sono interamente dedicati alla programmazione. Non si tratta purtroppo di solo arrosto.

Il crescente numero di programmatori, reali o potenziali, ha reso l'intera categoria un interessante bersaglio per attivita' di marketing. Questo e' evidente quando si considera come l'evoluzione dei prodotti di sviluppo si sia molto orientata a fornire un look accattivante, a cavalcare l'onda delle mode, eventualmente a scapito della pesantezza degli strumenti e di funzionalita' utili (chi preferiva il vecchio formato dei file di help di Windows alzi la mano).

Inoltre in molti casi si ha l'impressione che dietro a riviste del settore ci siano interessi di tipo esclusivamente commerciale e che ad insegnare come si programma ci si metta qualcuno a cui della programmazione in generale importa assai poco.

Facciamo qualche esempio:
  
Dr.Dobb's Journal (versione italiana)

DDJ (versione americana) e' o sicuramente e' stata in passato un reale punto di riferimento per le problematiche di programmazione. Si tratta sicuramente di una rivista che non si rivolge a chi vuole avvicinarsi al mondo della programmazione, ma offre una validissima fonte di notizie per i programmatori professionisti.

Si tratta di una di quelle riviste che capita di andare a ripescare in biblioteca quando ci si trova di fronte a qualche problema; una di quelle riviste che non si buttano mai.

Io ho avuto purtroppo la tentazione di acquistare la versione italiana della rivista, restando decisamente deluso.

Non so cosa mi stessi in realta' aspettando... ma da una rivista che vuole essere la rappresentante italiana di un nome cosi' importante negli states mi sarei aspettato - come MINIMO - un livello di traduzione decente.

Qualcuno sa cosa siano le chiamate "mandatarie" da implementare in un VXD ? A parte questi spassosi strafalcioni, la lettura degli articoli tradotti e' veramente penosa... e lascia poco.

Era troppo chiedere che chi traduce gli articoli fosse qualcuno che capisce di cosa si sta parlando ? Era troppo, in alternativa, sperare che qualcuno controllasse il livello di traduzione dell'articolo ?

DDJ versione italiana, a giudicare dal contenuto della rivista, si pone come UNICO obbiettivo l'essere una traduzione in italiano di DDJ versione americana e fallisce miseramente nel tentativo.

Sono un po' arrabiato al pensiero delle mie 8000 finite in tasca di qualche manager totalmente estraneo e disinteressato alle problematiche di programmazione.

  
DEV

Su DEV sono abbastanza dubbioso... si tratta sicuramente di una rivista di cui ai miei tempi si sentiva la mancanza. E in qualche numero che mi e' capitato di sbirciare (confesso di non essere un lettore assiduo) ho trovato anche cose molto interessanti.

Purtroppo nell'ultimo numero che ho acquistato ho trovato un articolo che mi ha rafforzato l'opionione che su DEV ci scrivano un po' tutti e un po' di tutto.

Una delle rubriche fisse di DEV e' dedicata al C++, e nel numero di Luglio/Agosto 1999 l'argomento dell'articolo erano gli array associativi.

Confesso di non essere un amante spassionato del C++ (lo trovo comodo ma mi sembra che dal punto di vista della pulizia logica faccia acqua da tutte le parti) ma visto che sono un tifoso degli array associativi ho letto l'articolo.

Putroppo sembra che l'autore dell'articolo non avesse in realta' mai usato array associativi in vita sua e sembra anche che oltre a questo avesse qualche problema con il C++ in particolare e con la programmazione in generale.

Senza voler entrare nel dettaglio diro' semplicemente che l'implementazione fornita degli array associativi era ignobile (scansione sequenziale) e che, cosa piu' grave, si forniva come direzione per sviluppi ulteriori l'uso di sort e ricerca dicotomica. Relativamente al C++ risultava una evidente confusione sull'overload dell'operatore "[" e veniva proposto in ogni caso un approccio decisamente discutibile quando si lavora ad oggetti (il funzionamento di un metodo si basava su un attributo che veniva modificato come effetto collaterale nascosto della chiamata di un altro metodo). Anche dal punto di vista della programmazione in genere si mostravano soluzioni risibili (chi allocherebbe una lista in un vettore facendo una realloc ad ogni aggiunta di un elemento ?).

Non conoscere il C++ non e' una colpa, e nemmeno non conoscere gli array associativi. Anche il voler scrivere articoli su cose che non si conoscono non e' una colpa, ma mi sono comunque sentito in dovere di scrivere alla redazione per manifestare il mio disappunto relativamente all'articolo che trovavo inutile e dannoso sotto tutti i punti di vista.

Purtroppo l'unica risposta che ho avuto dalla rivista e' stato il ruotare la mia lamentela all'incolpevole autore dell'articolo e da questi ho poi avuto una risposta che poco aggiungeva al tutto. Per chi e' veramente interessato allego il messaggio che ho scritto e le due risposte che ho ricevuto.

La mia lamentela non era certamente diretta all'autore ma a chi verifica il livello degli articoli pubblicati. A quanto pare non stavo scrivendo a nessuno :/ ...

Riassumendo... se comprate DEV prestate molta attenzione a quanto leggete; non e' detto che sia tutto vero, anzi. Inoltre non considerate assolutamente quello che viene scritto nelle presentazioni degli autori degli articoli. La descrizione del povero autore dell'articolo sul C++ e' sicuramente esagerata... o inventata... oppure gli articoli li scrive suo cugino e lui li firma e basta.

  
Computer Programming

Una rivista interessante; si e' pero' notato recentemente un certo cambio di rotta in favore di MS che la rende un'altra delle pecore belanti nel coro.

Veramente comico e' il CD "Linux Tools" che e' stato masterizzato in un formato non leggibile da Linux (tutti i nomi lunghi sono andati perduti e quindi gran parte dei pacchetti del CD non erano installabili se non al prezzo di sforzi disumani).

Era troppo aspettarsi che qualcuno provasse i CD che devono essere allegati alla rivista prima di mandare il tutto in produzione ? Non si trattava peraltro di un bug verificabile solo in condizioni particolari... chiunque avesse provato a usare il CD da una macchina Linux si sarebbe accorto immediatamente del problema.